Commento al Vangelo del Battesimo del Signore

Anche con l'inizio di questo nuovo anno la Fraternità Gi.Fra. di Avellino si pone l'obiettivo di commentare domenica per domenica la Parola di Dio. Siamo sicuri che i frutti del ciclo di commenti del 2019 sino ancora tutti da cogliere e da scoprire, e nel nostro piccolo siamo lieti di spezzare la Parola con quanti vorranno condividerla.
Grazie e buona lettura!


Mt 3,13-17
13 In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Sono le prime parole che l'evangelista Matteo pone sulla bocca di Gesù:"Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia." La vita pubblica del figlio di Dio comincia da quell'immergersi nel fiume Giordano per essere battezzato. Il motivo di un simile gesto sembra illogico: perché il Figlio di Dio ha bisogno di essere battezzato? Non ha commesso alcun peccato, ma è venuto sulla terra, il verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi, proprio per liberare tutti gli uomini da quel peccato: e Lui di quale male ha bisogno di liberarsi? E di quale giustizia parla? Sembra che l'intento di Gesù sia quello di lasciare che quanto compie resti incompreso, eppure la risposta a quanto desideriamo conoscere, a quanto lo stesso Giovanni desidera sapere, non ci viene nascosta ma si presenta nella voce che annuncia: "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento." L'atto di umiltà che Gesù compie nel farsi battezzare, nel fare lo stesso gesto degli uomini, che battezzati iniziano una nuova vita, si rifà proprio a quello che è il motivo della sua venuta: proprio in quell’acqua sporca Gesù si cala, si immerge, Lui riceve questo battesimo per prendersi addosso tutta quella sporcizia lavata in quel fiume Giordano. Per Gesù il battesimo è prendersi addosso tutta questa sporcizia per purificarla, prendersi addosso tutti i nostri peccati, i nostri errori, le nostre cadute per raddrizzarle. Se il battesimo rappresenta l'inizio di una nuova vita, Gesù decide di diventare partecipe di questa nuova avventura senza essere un semplice spettatore ma il punto di forza su cui poter contare. La giustizia di cui parla il Figlio di Dio, è il volere di un Padre che pone il suo compiacimento in Gesù e che ogni giorno non perde la sua fiducia nei confronti di figli ostinati che seppur responsabili di continui errori, non smetteranno mai di essere amati da quello stesso Padre misericordioso che non si stancherà mai di dirci: “tu sei amato, in te ho posto tutta la mia fiducia, coraggio, rimettiti in piedi provaci ancora“. Il ricordo del battesimo di Gesù diventa in tal modo un promemoria del suo amore: l'invito che ci rivolge costantemente il Figlio di Dio è quello di immergersi, di non avere timore di ricominciare perché Egli non si stancherà di accogliere i pesi di cui ci siamo liberati. Se nel morire per l'intera umanità Gesù ha mostrato quanto amasse ciascuno di noi, nel lasciarsi bagnare da quelle acque sporche ha dimostrato di non abbandonare i suoi figli, gli amati.

Giulia Mattera, gruppo Preghiera.

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