Commento al Vangelo della Domenica di Pasqua

Gv 20,1-9
"Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti."

Confesso che nel momento in cui scrivo questo commento al Vangelo il Vangelo che commento non l’ho manco riletto. Mi piacerebbe ascoltarlo direttamente domenica ma comprenderete che per motivi “editoriali” lo dovevo scrivere prima… 
Chiedo scusa ma non ho l’energia adatta per analizzare il testo o trovarne bellissimi nuovi significati nascosti. Cristo risorge, in ogni caso, e mi faccio bastare questo per buttare giù quei pochi spunti che mi verranno.

Quest’anno la Pasqua è evidentemente diversa da tutti gli altri anni, perché c’è frate Coronavirus, direbbe San Francesco. Ma noi San Francesco non siamo e questo virus lo odiamo e lo temiamo. Ci manca tutto di quello che avevamo prima della quarantena. Per esempio: la lunga veglia di Pasqua di mezzanotte. Quanto mi manca quest’anno. Un canto che in Parrocchia si fa spesso in quella occasione dice “Cristo è risorto veramente”. Per fortuna mi ha aiutato a capirlo un commento del carissimo Antonello Bellizzi: quel veramente significa che Gesù ha mantenuto le promesse che ci faceva dicendo che tre giorni dopo sarebbe risorto! E questo ci dà speranza e certezza perché Gesù le promesse le mantiene sempre!
Da questa certezza allora possiamo viverla lo stesso una Pasqua, anche quest’anno che sembra così lontana. 
Non è del virus che voglio parlare, perché già dappertutto non si parla che di quello.
Innanzitutto parliamo della scienza. Medica, in primis, con la stragrande maggioranza della popolazione chiusa in casa in piena obbedienza delle regole (ci mancherebbe altro) a pregare per le menti dei ricercatori e per le mani dei medici e degli operatori sanitari. E colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutti i gifrini di oggi e di ieri che lavorano in ambito ospedaliero! Scienza informatica, subito dopo. Perché la tecnologia è un grande alleato se viene usata con criterio.

Ma ancor di più, su un blog francescano, parliamo delle reazioni che ci sono state, delle soluzioni alternative, della riscoperta fantasia liturgica, della “resistenza” di tantissimi gruppi locali di tutta Italia che con attaccamento feroce al loro fare comunità non si sono arresi alle distanze.
Che grande misura, la difficoltà, dell’amore! Voglio ricordare questa Pasqua come la festa delle certezze che nessuno potrà più far finta di non vedere: quello che sopravvive è perché è Vero!
Quello che rimane è Vero perché vero è l’Amore di Dio, e vero è che Gesù rimane, mantenendo ogni promessa.
Vera è quella fraternità in cui ci si sveglia con il pensiero della mancanza dei fratelli ma non si passa la giornata a piangersi addosso, vera quella famiglia che condivide quello che c’è e se lo fa bastare ma con gioia non con accettazione. Vero è ogni sentimento che dà il coraggio di alzarsi e fare qualcosa, ciò che inonda di vita, di voglia di non arrendersi, di lottare sempre per le proprie convinzioni, per il Vangelo, per il Regno di Dio.
Vero per lo Spirito è chi scombatte ogni giorno anche da stanco per le difendere le sue idee, per incoronare in ogni salto generazionale un Cristo sempre nuovo e sempre vivo, con i mezzi del suo presente e non con quelli dei nonni o dei padri. Chi si prende la responsabilità di dire che i mezzi dei nonni o dei padri non li sente suoi! La responsabilità di sentirsi centrale e far passare la storia della Chiesa per le proprie piccole-grandi scelte, mai passivo, mai succube.

Il 2020 ci insegna che il Vangelo della Pasqua si vive, non si commenta.
Tra qualche anno, quando tutto sarà un lontano ricordo, diremo che questa è stata la Pasqua più significativa della nostra vita.
Nel frattempo non sia un alibi questo virus! Quanti ben prima del virus erano fermi nel loro percorso di salvezza, quanti camminavano quando potevano correre!
Sfruttiamo questi giorni di silenzio per ripulire il nostro cuore. 
Quando finisce la quarantena dobbiamo volare!

Tutti attivi! Auguri di una Pasqua concreta!

Paolo Urciuoli - Gruppo Formazione

Commenti

  1. Grazie Paolo...per il tuo commento:speriamo davvero di poter presto volare.
    Grazie anche perché stai aiutando, in tanti modi, tutti i gifrini in questo difficile periodo

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  2. Coniugare il Vangelo con la concretezza della vita aiuta sempre a riconoscere la presenza del Padre nella nostra storia. Grazie per averci condotto su questi sentieri

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  3. Grazie per averci ricordato ch , al contrario di noi , Gesù mantiene sempre le sue promesse ed è fedele alla sua Parola. In questo momento storico, sarà a prendersi cura di noi.

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