Commenti al Vangelo: considerazioni e ringraziamenti

Il vangelo di questa domenica si apre con un ringraziamento alla benevolenza del Padre la cui potenza d'amore è ben sintetizzata dalle parole stesse di Gesù: "... hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli."
Sembra una frase quasi provocatoria, in risposta all'ostilità che il suo insegnamento ha incontrato nelle città in cui dottrina e legge dominano. Ma di fronte alla benevolenza del Padre non c'è legge che tenga o dottrina che sopravviva poiché la potenza del Suo amore non può di certo sottostare ai limiti inevitabilmente imposti dall'insegnamento della sinagoga.
È un amore che entra in punta di piedi nella vita di chiunque sia pronto ad accoglierlo e che stravolge, rivoluziona, stupisce e meraviglia ogni volta che la speranza di potervi trovare ristoro vince la stanchezza.
Non è la conoscenza della legge che consente di aver garantita la benevolenza del Padre ma il lasciarsi travolgere dall'esperienza d'amore da Egli stesso testimoniata con l'accoglienza degli ultimi, dei piccoli, di coloro in cui la Sua presenza è una garanzia di ristoro.
L'esperienza del commento al Vangelo, anche quest'anno, è stata una vera esperienza d'amore poiché ognuno di noi si è dato la possibilità di rendersi partecipe del Suo insegnamento che può sempre sorprendere e meravigliare ma anche rallegrare un cuore triste, consolare e dar speranza a un animo stanco.
E quale dono migliore dell'opportunità di leggere, soffermarsi, commentare, lasciarsi incuriosire e trasformare da un libro che per definizione è portatore di "Buona Novella" e soprattutto testimonianza di come dottrina e legge passino in secondo piano davanti alla grandezza di un Dio che, facendosi umile e mite, si rivela nella quotidianità, nella vita.
E, se lo vogliamo, Egli entra nella nostra vita con un messaggio ricco di una speranza sempre nuova, che non passa mai di moda e che ognuno di noi ha la libertà di interpretare come il proprio cuore desidera.
L'esperienza del commento al Vangelo non è solo una responsabilità ma rappresenta la testimonianza di vite, delle nostre vite, in cui vive il desiderio di lasciarsi sempre affascinare da parole che possono esser fonte di quel ristoro che ci viene offerto.
Così, anche quest'anno, in risposta alle difficoltà e alle avventure che abbiamo superato, ogni gifrino è stato un vero portatore di buona novella, annunciatore di una speranza che inaspettatamente riesce sempre a riempire i nostri cuori di gioia e di fiducia e che, speriamo, sia stata testimonianza dell'esperienza d'amore che ha coinvolto le nostre vite.
Un abbraccio e un forte GRAZIE ai nostri affezionati lettori per le tante condivisioni a distanza,
a presto dalla Fraternità Gi.Fra. di Avellino!

Giulia Mattera - resp. Gruppo Preghiera
05/07/2020

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