Commento al Vangelo della VI Domenica del Tempo Ordinario
"In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»"
L’evangelista Luca, questa domenica, ci presenta Gesù, che sceso dalla montagna insieme ai suoi apostoli, trova ad accoglierlo una gran moltitudine di gente divisa tra chi era desiderosa di ascoltare la Sua parola e chi di essere guarita dalle proprie malattie.
Gesù comincia a parlare loro.
Il suo discorso si divide in due parti, la prima contiene le quattro beatitudini, la seconda le quattro minacce.
Il contrasto è forte, perché agli occhi di Dio la beatitudine e la minaccia sovvertono l’idea che l’uomo può avere di beato e non beato.
Il contrasto va dritto al cuore e scuote l’animo di chi ascolta.
Beati sono i poveri, sono quelli che hanno fame, quelli che sono afflitti e quelli che vivono nella sofferenza. A loro Gesù rivolge parole di immensa forza, che risuonano nell’animo di chi ascolta come una speranza concreta di pace e di serenità.
Sono come un abbraccio, una carezza di sollievo alle ferite e mostrano l’immensa cura e premura che il Signore ha nei confronti di ognuno di noi.
Gesù rassicura i poveri, perché a loro appartiene il regno dei cieli.
E chi ora è affamato o versa lagrime, sarà saziato e riderà.
Infine chi è escluso, perseguitato, emarginato a causa del Figlio dell’uomo, avrà la ricompensa più grande nei cieli.
Alle le quattro beatitudini seguono le quattro minacce contro i ricchi, contro i sazi, contro coloro che ridono o sono lodati da tutti. Gesù scuote le coscienze, disarma l’ingiustizia con la forza della Sua parola, monito per chi vive una condizione di sicurezza, di prestigio e di forza fondata sull’arricchimento ingiusto e sull’autorità.
Questo Vangelo ci invita a riflettere ed interroga le nostre coscienze!
È la condizione sociale a determinare la felicità o l’infelicità dell’uomo?
Da che parte mi trovo?
Cosa è per me essere felice? Chi è il beato? Chi è il ricco?
Comprendiamo che povero non è chi è nella povertà materiale, ma chi non ha la forza di spogliarsi del proprio orgoglio e di aprirsi all’amore di Dio.
Dio è pronto a prendersi cura di ognuno di noi, ad allievare le nostre sofferenze, ad asciugare le nostre lagrime e a donarci il suo Regno.
In Dio possiamo sentirci tutti liberi da ogni schiavitù, essere beati e non mancare di nulla.
La Parole di oggi è forte, è luce nella nostra vita, è faro che direziona i nostri passi lungo sentieri tracciati dalla volontà di Dio, che è per noi Padre misericordioso capace di donarci quello di cui abbiamo realmente bisogno.
In Lui non manchiamo di nulla e siamo “Beati”.
Letizia Di Benedetto - Gruppo preghiera
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»"
L’evangelista Luca, questa domenica, ci presenta Gesù, che sceso dalla montagna insieme ai suoi apostoli, trova ad accoglierlo una gran moltitudine di gente divisa tra chi era desiderosa di ascoltare la Sua parola e chi di essere guarita dalle proprie malattie.
Gesù comincia a parlare loro.
Il suo discorso si divide in due parti, la prima contiene le quattro beatitudini, la seconda le quattro minacce.
Il contrasto è forte, perché agli occhi di Dio la beatitudine e la minaccia sovvertono l’idea che l’uomo può avere di beato e non beato.
Il contrasto va dritto al cuore e scuote l’animo di chi ascolta.
Beati sono i poveri, sono quelli che hanno fame, quelli che sono afflitti e quelli che vivono nella sofferenza. A loro Gesù rivolge parole di immensa forza, che risuonano nell’animo di chi ascolta come una speranza concreta di pace e di serenità.
Sono come un abbraccio, una carezza di sollievo alle ferite e mostrano l’immensa cura e premura che il Signore ha nei confronti di ognuno di noi.
Gesù rassicura i poveri, perché a loro appartiene il regno dei cieli.
E chi ora è affamato o versa lagrime, sarà saziato e riderà.
Infine chi è escluso, perseguitato, emarginato a causa del Figlio dell’uomo, avrà la ricompensa più grande nei cieli.
Alle le quattro beatitudini seguono le quattro minacce contro i ricchi, contro i sazi, contro coloro che ridono o sono lodati da tutti. Gesù scuote le coscienze, disarma l’ingiustizia con la forza della Sua parola, monito per chi vive una condizione di sicurezza, di prestigio e di forza fondata sull’arricchimento ingiusto e sull’autorità.
Questo Vangelo ci invita a riflettere ed interroga le nostre coscienze!
È la condizione sociale a determinare la felicità o l’infelicità dell’uomo?
Da che parte mi trovo?
Cosa è per me essere felice? Chi è il beato? Chi è il ricco?
Comprendiamo che povero non è chi è nella povertà materiale, ma chi non ha la forza di spogliarsi del proprio orgoglio e di aprirsi all’amore di Dio.
Dio è pronto a prendersi cura di ognuno di noi, ad allievare le nostre sofferenze, ad asciugare le nostre lagrime e a donarci il suo Regno.
In Dio possiamo sentirci tutti liberi da ogni schiavitù, essere beati e non mancare di nulla.
La Parole di oggi è forte, è luce nella nostra vita, è faro che direziona i nostri passi lungo sentieri tracciati dalla volontà di Dio, che è per noi Padre misericordioso capace di donarci quello di cui abbiamo realmente bisogno.
In Lui non manchiamo di nulla e siamo “Beati”.
Letizia Di Benedetto - Gruppo preghiera
Le beatitudini sono il manifesto di un Regno di Dio che è nei cieli ma è anche già dentro di noi. Facciamone la guida della nostra vita.
RispondiEliminaGrazie ragazzi per questa bellissima iniziativa. I vostri commenti aprono il cuore
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