Commento al Vangelo della V domenica di Quaresima

Gv 11, 3-7

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 Fin da quando ero piccola questo passo del vangelo ha sempre suscitato grande curiosità in me. Ammetto che all'inizio avevo difficoltà a comprenderlo perché non riuscivo a capire pienamente i vari atteggiamenti assunti da Gesù. Ciò che più mi colpiva, e tutt'ora mi colpisce, è perché il Signore decide di non andare da Lazzaro prima che morisse nonostante fosse suo amico da molto tempo. Poi crescendo mi sono fatta una mia idea, probabilmente non corretta, ma è giusto che ognuno trovi il proprio modo di interpretare la parola di Dio. Egli decide di non essere lì per dimostrare la forza del Signore sulle tenebre, sulla morte. Gesù amava talmente tanto Lazzaro da sconfiggere la morte per lui, e così ama anche noi. Questo racconto ha un profondo significato nella storia della salvezza. Non solo dimostra il potere di Gesù sulla vita e sulla morte, ma anche la sua capacità di resuscitare l'anima spirituale delle persone. Attraverso questo miracolo, Gesù ci dimostra che non c'è nulla che sia troppo grande per lui e nulla che non possa essere risolto grazie alla fede e alla preghiera. Sembra che il Vangelo di oggi ci dica che, se anche non avessimo nemmeno più parole per pregare, e ci sentissimo imprigionati come in un sepolcro, in una condizione di mortificazione, e legati con bende strette da circostanze che non abbiamo scelto, Lui potrebbe ancora fare qualcosa per noi.
Un altro aspetto che ha sempre suscitato grande stupore in me, ma anche tanta tenerezza, sono le lacrime di Gesù. In questo Vangelo Gesù piange per un suo amico mostrando il suo essere uomo come noi, si commuove per la perdita di una persona cara. Io in primis l'ho sempre immaginato, nel suo essere figlio di Dio come una persona superiore a tutti noi, e, per tanti motivi, diversa da noi, ma da questo passo emerge tutta la sua umanità.
In conclusione credo che il Vangelo di questa domenica rappresenta una preziosa occasione per riflettere sulla fede e sulla nostra relazione con Dio. Ci ricorda che, anche quando sembra che tutto sia perduto, possiamo sempre trovare la speranza e il conforto nella potenza di Gesù e nella sua promessa di vita eterna per chi crede in lui.

Cristiana Iannicelli

 

 

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