Commento al Vangelo della VI domenica di Pasqua

 Gv 14,15-21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

 

Leggendo il Vangelo di questa domenica, ai primi righi possiamo vedere che l'evangelista Giovanni utilizza il termine "Paràclito": parola piuttosto inconsueta per chi, come me, è "meno esperto", e sulla quale intendo soffermarmici per comprendere al meglio il significato che si cela dietro queste poche, ma significative, parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Il termine "Paraclito" deriva dal greco ed etimologicamente significa "chiamato vicino (a sè)"; in latino si traduce con "advocatus" ed era, per l'appunto, l'avvocato difensore che non parlava al posto dell'imputato, ma gli stava vicino suggerendogli le giuste parole per difendersi dall'accusa. In Giovanni, invece, viene citato quale attributo dello Spirito Santo visto nella sua funzione di sostegno, di consolatore. Gesù, con grande dolcezza, garantisce che questo "Paraclito", cioè questo Spirito difensore, sarà sempre presente, veglierà su di noi e non ci abbandonerà mai: è un invito da parte di Gesù, e da Giovanni espresso in maniera differente rispetto agli altri evangelisti, a non avere alcun timore ed essere fiduciosi, perchè Lui, anche quando "il mondo non lo vedrà più", sarà comunque al nostro fianco e non ci lascerà orfani, inermi. Come l'advocatus consigliava all'assistito le giuste parole da utilizzare, così questo Spirito " da lontano" ci ispira il bene da compiere, senza mai avere la pretesa di sostiuirsi a noi nelle decisioni che quotidianamente siamo chiamati a prendere. Infine, negli ultimi versetti del brano, Gesù amplia il suo uditorio, rivolgendosi individualemente a ciascuno di noi: possiamo dire di amare Dio soltanto se siamo effettivamente pronti ad accogliere i suoi comanadamenti. Ma non accoglierli in maniera passiva e pedissequa, non considerandoli come delle imposizioni dall'alto che vanno accettate senza sapere nè come nè perchè; accoglierli nel senso di farli nostri, rendendoli parte integrante del nostro essere e applicandoli ogni giorno della nostra vita indistintamente. 

Marianna Musto

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